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Emozione: il passaggio dello stretto di Gibilterra
Passiamo una buona notte e siamo pronti, il vento ha rispettato le previsioni, soffia da Ovest, 270°.
Usciamo dl porto di Tarifa con il sole che mette buon umore, siamo abbastanza coperti per quasi un miglio.
Il traffico delle navi è disciplinatissimo, ognuna corre sulla corsia … ne conto una ventina in 10 minuti.
Decidiamo di tenere a riva solo il fiocco, il mare monta un po’ e cominciamo a correre. Quasi otto nodi con la nostra barchetta di solo fiocco.
L’aria è fresca e pungente, timoniamo a turno anche se Cristina fa sempre un po’ fatica a cedere il comando.
In pochissime ore siamo davanti alla rocca di Gibilterra che ci scorre veloce sulla sinistra. Entriamo? Non entriamo?
Cosa ci conviene fare?
Cosa dicono le previsioni?
In un blitz siamo oltre, ok meglio così … visita rimandata ad un prossimo futuro, speriamo.

La corsa non si ferma, così come il vento e l’altezza delle onde.
Una bella sensazione, poche barche a vela in giro, la giornata lunghissima non finisce mai e la soddisfazione di aver passato lo stretto riscalda la cena che non riusciamo a cucinare.
quando comincia la sera dopo altri tentennamenti decidiamo di continuare. L’autopilota mi sembra quasi al limite, ma è determinato come noi e non molla.
La notte scorre veloce, i turni si susseguono e spero di non aver mal di mare. sull’Ipad scegliamo una rotta lontana qualche miglio da terra.
Arriva l’alba e il vento, come da previsioni, comincia a cedere ….